lunedì 6 ottobre 2008

LENTAMENTE MUORE

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.


(P. Neruda)

9 commenti:

Giovanni Stoto ha detto...

una delle mie preferite...

usbe ha detto...

...anche delle mie!

Zion ha detto...

l'ho scoperta adesso. gnùrant, ecco perchè "grazie davmo"!!!
;)

LaLu ha detto...

Bella..bella..bella...la porto sempre con me sai?...:-)

Mamma Simona ha detto...

bella, purtroppo, però, ormai ogni volta che la leggo mi tocca pensare a Mastella...

desaparecida ha detto...

ehilà un tocco di poesia nn me lo aspettavo!

un saluto :)

Giovanni Stoto ha detto...

Pare che questa poesia non sia di Neruda... «La Repubblica», il giorno seguente in cui Mastella la lesse in parlamento, l'ha attribuita a Martha Medeiros, sottolineando l’errore dell’allora Guardasigilli.

Secche smentite in tal senso sono arrivate sia dall'editore Passigli (editor italiano dell'opera omnia di Neruda), sia dalla Fundación Neruda stessa.

Lorenzo Franchini ha detto...

forse attribuirle a tutti i costi una paternità è un po' svilirne l'intento...

Giovanni Stoto ha detto...

indubbiamente, ma é una precisazione dovuta

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